mercoledì 11 dicembre 2013

Comunicato Alleanza Tricolore



CONTINUANO I PRESIDI E LE PROTESTE IN TUTTA ITALIA, MA I MASS MEDIA INSISTONO NEL DARE NOTIZIE DISTORTE E MANIPOLATE! COME SEMPRE, SI TENTA DI INFANGARE, O MINIMIZZARE, O STRUMENTALIZZARE TUTTO! MA NOI STAVOLTA NON CI LASCEREMO SOPRAFFARE DA CHI VUOLE CAVALCARE L'ONDA E FARSENE PALADINO SOLO PER RICONQUISTARE LA FIDUCIA DEL POPOLO! GRIDIAMOLO AD ALTA VOCE: QUESTA NON E' LA PROTESTA DI NESSUN POLITICO, MA E' LA RIVOLTA (PACIFICA E CIVILE) DEL POPOLO ITALIANO, QUELLO ONESTO, LAVORATORE, CHE PAGA LE TASSE E CHE HA FINALMENTE DECISO DI LOTTARE CONTRO QUESTO GOVERNO ABUSIVO E TUTTI QUEI POLITICI CORROTTI CHE HANNO ROVINATO L'ITALIA!
COMUNICATO STAMPA UFFICIALE:
FORCONI: ALLEANZA TRICOLORE, E' RIVOLTA CIVILE DI POPOLO E NON DI RENZI, GRILLO E BERLUSCONI
ROMA, 11 DIC - ''Questa e' la protesta del popolo italiano, quello onesto lavoratore che paga le tasse ed é stato vergognosamente > tradito e sfruttato , non è la protesta ne' di Renzi, ne' di Berlusconi ne', tantomeno, di Grillo''. Così, in una nota, Riccardo Proietti, Presidente di Alleanza Tricolore, che sta presidiando a Roma con gli autotrasportatori, gli agricoltori, gli imprenditori, gli operai, gli allevatori. gli artigiani, i commercianti, i disoccupati, i pensionati e tantissimi giovani. ''Questa è tutta gente perbene che merita rispetto - continua Proietti - è un popolo unito e, per la prima volta, libero, senza simboli ne' bandiere ed è davvero l'inizio della fine... per i parassiti! Queste sono manifestazioni legittime da parte dei cittadini per far capitolare l'attuale Governo, visto che continua a fare altro, costringendolo una volta per tutte ad attuare subito almeno quelle riforme urgenti e necessarie, che servono al Paese, e per le quali era stato nominato e non eletto''. ''Infine - conclude Alleanza Tricolore - ripartire subito, dopo aver azzerato tutte le cariche, andando a nuove elezioni con una legge elettorale modificata, più consona e giusta per i cittadini che devono loro scegliere chi mandare in Parlamento''.

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